Interviste|agosto 2025

Olivia Lonsdale: la gioia di una dimensione più umana

A primo impatto, le opere della regista Olivia Lonsdale sembrano difficili da collocare nel tempo. Sarà per la bellezza senza tempo di ogni fotogramma, per le emozioni riconoscibili che evoca o per la trama granulosa del suo linguaggio visivo, che ricorda il passato e rispecchia il presente. È una scelta voluta: nel suo lavoro come nella vita, la regista e attrice trova piacere nell'arte del limite, privilegiando la riflessione e la pausa prima di trovare l'inquadratura.

Nata e cresciuta ad Amsterdam, Olivia Lonsdale è cresciuta circondata da una profonda sensibilità per l'arte e la bellezza, che le ha permesso di sviluppare un apprezzamento per le espressioni autentiche e significative, che si tratti di architettura, musica, danza, pittura, design, giornalismo e anche moda.

 

Le sue radici la collegano al Northumberland, nel Regno Unito, un luogo in cui si sente a casa, immersa nel verde pittoresco della campagna, dove è difficile rinunciare a capi iconici come impermeabili e stivali da pioggia, che fanno parte della quotidianità.

 

Grazie alla famiglia materna, Lonsdale è cresciuta comprendendo il valore degli abiti fatti a mano: abituata a macchine da cucire e tessuti di qualità e consapevole del valore di un modello ben riuscito, da replicare anziché reinventare ogni volta.  

Olivia Lonsdale Interview Image
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"Mia nonna comprava un capo in uno dei suoi negozi preferiti, ne ricalcava il modello e ne faceva uno nuovo per mia madre, riducendo le misure e replicandolo con materiali diversi. E mia madre ha fatto lo stesso. Non compravamo molto, solo pochi capi all'anno, quelli di cui avevamo davvero bisogno." 

 

Sono dettagli apparentemente secondari, ma il loro impatto sul modo in cui Olivia guarda il mondo è evidente: la sua ammirazione per ciò che ha un significato autentico si estende in ogni direzione. È qualcosa che si riflette nel modo in cui vive la sua città, Amsterdam, attraverso legami duraturi e profondi.

 

Tra i suoi luoghi preferiti ci sono il Café De Pels, dove ci siamo incontrati per una chiacchierata e dove passato e presente si intrecciano con la stessa naturalezza che troviamo nei suoi film, Carmen, un negozio, guesthouse e spazio creativo gestito da amici intimi e il Dutch National Opera and Ballet, un punto di riferimento speciale fin da bambina, quando ci andò per la prima volta con la nonna quando aveva solo quattro anni. 

 

 

Anche il modo in cui si esprime attraverso l'abbigliamento riflette questa sensibilità: scherza sul fatto di essere appassionata di jeans e maglioni nei toni della terra fin da quando era piccola e ricorda l'esplorazione espressiva dell'adolescenza, con la sensazione di non sentirsi davvero se stessa. "Ho provato a indossare capi che vedevo su tutti gli altri, ma non volevo davvero metterli.

 

Torno a ciò che ho sempre desiderato, rendendomi conto che le altre cose non mi rappresentano. Ciò che faceva per me era già lì, fin dall'inizio". Questo approccio si riflette anche nel suo modo di lavorare: preferisce fotocamere vecchie, poco pratiche e costose, perché sa che proprio quei limiti la costringono a una precisione che le manca quando tutto è a portata di mano.  

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In termini pratici, questo si traduce in uno sguardo allenato alla qualità, nella capacità di distinguere con chiarezza ciò che dura nel tempo e ciò che è solo passeggero e nell'umiltà di accettare il fatto che il lavoro di squadra sia spesso la chiave per ottenere buoni risultati. 

 

Quando descrive ciò che le piace e ciò che cerca, si riferisce a ciò che ha dimostrato di funzionare per decenni. Non solo perché riconosciuto come valido: immagina le conversazioni, le prove e i miglioramenti che hanno portato, nel corso degli anni, a perfezionare un prodotto. "Ricordo il primo giorno sul set: vedevo tutti così indaffarati, tutte queste persone che lavoravano insieme con lo stesso obiettivo finale: il film".  

Olivia Lonsdale Interview Image
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È stato proprio il dialogo creativo a colpirla, all'inizio della sua carriera. Nella recitazione ha trovato un mezzo per creare insieme agli altri: un confronto con un regista, molto più stimolante del processo creativo solitario. Passare alla regia è stata una conseguenza naturale, per continuare a sviluppare il suo lavoro attraverso la collaborazione. Sui suoi set spera di creare un ambiente sano e collaborativo, stimolante e divertente per tutti, qualcosa di simile all'atmosfera che l'ha fatta innamorare del cinema.  

 

"Per me, la collaborazione è la cosa più importante. Puoi avere un'idea grandiosa, ma poi la condividi con una o due persone, che la accolgono e iniziano ad avere altre idee ispirate dalla tua, anch'esse fantastiche. Ciò che amo davvero è condividere la mia visione, ma poi lasciare spazio anche agli altri: vedere, comprendere e costruire insieme attraverso le idee".  

 

A tenerla ancorata al presente è un modo leggero di vivere il momento. Sa bene quanto i social media possano generare sovrastimoli e confondere realtà e finzione e proprio per questo cerca di raccontare storie con un'intima onestà. "È per questo che amo girare in pellicola: perché è più piccola, più raccolta. Mi piace andare nei mercatini dell'usato per lo stesso motivo: è un ambiente più piccolo.

 

Sento che le persone stanno iniziando a capire che il mondo si muove troppo in fretta. Abbiamo bisogno di rallentare". La sua visione nitida è semplicemente un modo pratico per eliminare le distrazioni e concentrare l'attenzione su ciò che più conta per lei: scorci di verità ed emozione che, proprio come un buon design, resistono alla prova del tempo.